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Equitation Science: teoria dell’apprendimento.

Per una migliore gestione del cavallo sia in sella che da terra è necessario conoscere il modo in cui il cavallo interagisce con l’ambiente e apprende. L’apprendimento avviene secondo determinati princìpi definiti da McGreevy e McLean in una pubblicazione scientifica del 2007 intitolata “Il ruolo della teoria dell’apprendimento e dell’etologia nell’equitazione” (Journal of Veterinary Behavior: Clinical Applications and Research). Conoscere la teoria dell’apprendimento, il naturale comportamento del cavallo e le sue facoltà mentali è fondamentale nell’addestramento, qualsiasi sia il metodo seguito o la disciplina praticata.

L’addestramento deve tenere conto dell’etologia e delle capacità cognitive del cavallo. L’Etologia è lo studio del comportamento che fornisce informazioni su come i cavalli si sono evoluti per vivere. Spiega la naturale struttura sociale del cavallo: necessita della compagnia di conspecifici e forma facilmente legami di attaccamento, pertanto il suo isolamento è deleterio. Il cavallo inoltre si è evoluto per camminare e pascolare per circa 16 ore al giorno, tanto per quanto riguarda il suo apparato digerente quanto nel suo comportamento. Le Capacità Cognitive si riferiscono invece al modo in cui elabora le informazioni provenienti dall’ambiente che lo circonda. La corteccia prefrontale del cavallo è più piccola rispetto a quella dell’uomo ed i cavalli non sono in grado di richiamare alla memoria gli eventi nel modo in cui lo facciamo noi ma sono eccellenti nel memorizzare e riconoscere gli stimoli che innescano determinate risposte, capacità che garantisce loro la sicurezza. Bisogna fare attenzione a non sovrastimare l’intelligenza equina ma anche a non sottostimarla.

La teoria dell’apprendimento va compresa e usata in modo appropriato. Spiega come i rinforzi positivi e negativi permettano di stabilire risposte abituali a segnali leggeri e univoci. Per rinforzo positivo si intende l’aggiunta di qualcosa. Ad esempio, se ricompensiamo il cavallo con una carota quando fa quello che gli abbiamo chiesto, stiamo applicando un rinforzo positivo. Per rinforzo negativo invece, si intende la sottrazione di qualcosa. Ad esempio, se il cavallo risponde al segnale per fermarsi e la pressione delle redini viene immediatamente rilasciata, stiamo applicando un rinforzo negativo.

Viene quindi definito rinforzo qualsiasi evento che seguendo in modo contiguo un dato comportamento potrà renderlo più probabile in futuro. Per addestrare un cavallo, le sue risposte devono essere rinforzate correttamente e l’animale non deve essere in nessun caso sottoposto ad una continua pressione. Il condizionamento classico è l’acquisizione di una risposta ad uno stimolo per associazione di questo ad uno stimolo noto in grado di suscitare una risposta innata o già addestrata. L’abituazione è invece il processo per il quale l’animale viene sottoposto ad un determinato stimolo in modo talmente prolungato e ripetuto da non rispondere più. Condizionamento classico ed abituazione vanno entrambi usati per addestrare il cavallo. L’obiettivo del cavaliere dovrebbe essere quello di ottenere le risposte usando delle pressioni sempre più leggere. Aumentarle usando speroni ed imboccature sempre più forti significa non aver capito e impiegato coerentemente il rinforzo negativo ed il condizionamento classico. Se il cavallo, dopo aver risposto non riceve un beneficio, ossia il rilascio della pressione, tenderà nella migliore delle ipotesi, ad abituarsi a pressioni sempre più forti e quindi a non rispondere più, nella peggiore a mettere in atto pericolosi comportamenti di conflitto quali sgroppate e impennate.

Per evitare confusione durante l’addestramento è importante utilizzare segnali facili da distinguere. Nell’addestrare un cavallo ci sono molte risposte richieste, ma il numero delle aree del corpo da stimolare è limitato. La sovrapposizione dei siti sui quali viene dato uno stimolo genera confusione nel cavallo, è pertanto essenziale che i segnali siano univoci e applicati in aree il più separate e distinte possibile. È fondamentale inoltre che i segnali di accelerazione differiscano completamente da quelli di decelerazione.

Per un apprendimento efficace è fondamentale che i comportamenti desiderati siano addestrati uno per volta. L’addestramento inizia rinforzando i tentativi di base del comportamento desiderato e poi gradualmente migliorando le approssimazioni di quel dato comportamento.

Le risposte vanno ovviamente suscitate una alla volta. I singoli suggerimenti o segnali devono essere separati l’uno dall’altro in quanto suggerimenti simultanei per risposte differenti si inibiscono reciprocamente e portano ad una graduale desensibilizzazione. Quando segnali contraddittori sono applicati contemporaneamente, come quelli per l’accelerazione e la decelerazione ad esempio, l’effetto desensibilizzante è esaltato ed è probabile causare confusione e stress. Alla fine di un buon addestramento i segnali possono essere ravvicinati tra loro.

Per evitare di avere cavalli confusi è essenziale che ciascun segnale susciti una sola risposta. Ciascuna risposta può, tuttavia, essere suscitata da più di un segnale.   È indispensabile però che i segnali di accelerazione siano ben distinti da quelli di decelerazione. Segnali ambigui di redini e gambe conducono a confusione nelle risposte. Questo compromette la performance e la sicurezza del cavaliere.

Addestrare è formare abitudini consistenti. Per l’efficace formazione di un’abitudine è importante che le risposte apprese siano addestrate e successivamente manifestate entro un intervallo definito e coerente, cioè entro un numero definito di falcate, a seconda dell’andatura. La formazione di risposte abituali nelle transizioni si ottiene quando queste hanno una stessa struttura e durata ogni volta e sono ottenute usando sempre uno stesso preciso segnale applicato su una determinata parte del corpo del cavallo.

Addestrare la persistenza della risposta è fondamentale per l’addestramento. Una volta che la risposta è stata ottenuta, l’animale dovrebbe mantenere quel comportamento senza essere soggetto alla continua azione pressoria della gamba o delle redini. Questo, fino al segnale per una risposta successiva.

Quando gli animali provano paura, tutte le caratteristiche dell’ambiente in quel momento, inclusa la presenza dell’uomo, possono essere associate alla paura stessa. Se un cavallo ha paura, non solo non impara, ma può mettere il cavaliere e sé stesso in una situazione di grave pericolo. È essenziale perciò evitare di causare paura ai cavalli durante l’addestramento. Le risposte di fuga vanno pertanto assolutamente evitate e dissociate.

Infine per garantire l’assenza di conflitto l’eccitazione va mantenuta a livelli minimi. Il rilassamento del cavallo durante l’addestramento deve rappresentare una priorità. Nel caso in cui vengano osservati nel cavallo comportamenti di conflitto, occorre modificare i metodi di addestramento adottati in modo che questi comportamenti siano ridotti al minimo ed infine eliminati. Certi livelli minimi di eccitazione, di tono muscolare e di attenzione, sono necessari per un apprendimento efficace, ma quando questi livelli sono eccessivi l’apprendimento ed il benessere ne risentono negativamente.

La conoscenza e l’applicazione della teoria dell’apprendimento, e quindi del rinforzo negativo, del rinforzo positivo e, solo in rari e specifici casi, della punizione, è fondamentale per il benessere e la sicurezza dei cavalli e dei cavalieri.

Per approfondimenti:  https://equitationscience.com/